lunedì 11 settembre 2017

RECENSIONE: Suite 703 (Mr 703 #2) di L.F. Koraline


Buongiorno!
Ragazze, l'attesa sta per finire! Siete state bravissime a resistere fino ad ora, soprattutto perché alla nostra cara L.F. Koraline piace terminare i suoi libri con colpi di scena da occhi spalancati e bocca aperta e alla Newton Compton piace mettere alla prova la nostra resistenza. Il 13 Settembre avremo finalmente la conclusione della trilogia dedicata a Mr 703 e vi do appuntamento qui per il Review Party a cui parteciperò. Ma adesso sono qui per parlarvi di Suite 703, il secondo volume della serie. Non so bene come, visto che avere tra le mani questi libri significa volersi fiondare subito sulla storia, ma, visti i commenti sul finale non proprio tranquillo, sono riuscita a rimandare la lettura per non dover attendere troppo per il seguito. Questo romanzo è stato quindi uno dei miei recuperi estivi e ora è il momento di parlarvene. Prendetelo come un ripasso se, come credo, lo avete già letto appena uscito e passiamo insieme gli ultimissimi giorni di attesa!

Mr 703
1. 703 RAGIONI PER DIRE SÌ [recensioneacquisto]
2. SUITE 703 [acquisto]
3. 703 VOLTE TUA [pre-order]

Trama
Eden sta per realizzare uno dei suoi più grandi sogni: partire per New York insieme all’uomo di cui è perdutamente innamorata. Mr Damon Blake è al suo fianco e non c’è nient’altro che lei desideri. Ma proprio in aeroporto, di fronte all’entusiasmo della ragazza, Damon si lascia andare, inaspettatamente, a una confessione che getterà la dolce Eden nel panico. E lei sarà a quel punto obbligata a scegliere: accompagnarlo e scoprire tutti i segreti che le ha nascosto o andarsene e dimenticarlo.


La battuta preferita di Koraline è "niente è come sembra" e, ve lo assicuro, non è detta così tanto per dire. Non fate l'errore di credere di aver già capito tutto, di poter prevedere cosa succederà. Avevate già immaginato la rivelazione scottante con cui Damon ci saluta in 703 ragioni per dire sì? Bene, anche io. Ma è l'ultima cosa che indovinerete. Il punto forte di questa storia sta proprio nel fatto che l'autrice riesce sempre a spiazzare il lettore: Damon nasconde più di quello che crediamo, Eden non reagisce mai come razionalmente vorremmo facesse e il loro rapporto è una montagna russa infinita. Su, giù, poi di nuovo su e poi sempre più giù. Rabbia, amore, odio, dolore, speranza. Provano di tutto loro e proviamo di tutto noi leggendo.

Il primo capitolo, come dicevo, finisce con Damon che spiazza completamente Eden, che lo sta seguendo in America, con una rivelazione che la ragazza non poteva certo immaginare. Il mistero è stato sempre parte del fascino di Mr Blake, ma ora, che il gioco è solo un ricordo lontano, lei non può più accettare di avere accanto un uomo che non conosce, che le ha mentito e che ancora non si mostra per quello che è realmente. Per quanto sia la cosa giusta da fare, allontanarlo non è così facile come sembra. Damon non ha nessuna intenzione di rinunciare alla sua Milady, Eden ha smesso di vederlo come l'uomo con cui ha stretto un patto da tempo, ora è solo l'uomo che ama. L'uomo che la annienta, che le dà ordini, che la separa da tutte le persone che le vogliono bene, che le ha sconvolto la vita. Ma comunque l'uomo a cui non riesce a dire di no, a cui non riesce a dire basta. Lei in quegli ammalianti occhi viola vede sì l'arroganza, la forza, il potere, ma vede anche tristezza, paura... amore?
"Insegnami a fare l'amore, Eden"
Nel primo libro avevo apprezzato il personaggio di Eden perché, secondo me, non era la classica "sottomessa". Era una giovane ragazza che, in un periodo molto triste della sua vita, si era ritrovata irrazionalmente affascinata da un uomo come Damon Blake, irrimediabilmente attratta dalla sua forza e dalla sua bellezza. Lui la provocava, la portava al limite e poi oltre, era la sua più grande debolezza, ma anche il suo porto sicuro. Però, nonostante tutto questo, riusciva comunque a far sentire la propria voce, a strappare a Damon tutto ciò che poteva. In questo secondo libro, invece, il suo essere completamente nelle mani dell'uomo è molto più evidente. Più e più volte è accecata dall'amore per lui, tanto da non voler vedere veramente a cosa sta rinunciando e cosa sta diventando. Da parte sua ci sono solo timide proteste, ingenui tentativi di ottenere delle risposte, ma è ormai troppo dentro questa relazione, questo amore, almeno all'apparenza, unilaterale, per essere abbastanza forte da non accettare questa o quella situazione.
L'ho odiato finché i miei occhi non hanno incontrato per la prima volta i suoi. Da quel momento l'ho odiato e amato allo stesso tempo, finché il mio cuore non ha scelto per me. Non mi ha lasciato nessun'altra possibilità. Non ho potuto pensare né riflettere né ho potuto lottare. Mi sono arresa al mio cuore e ho lasciato che iniziasse a battere per lui e non più per me. 
Quindi sì, Eden ci fa arrabbiare, la vorremmo più sicura e ferma nelle sue decisioni, vorremmo darle uno scossone per svegliarla... ma davvero non la capiamo? Non so voi, ma io sono talmente catturata dalla storia e dalla scrittura da vivere quasi in prima persona quello che sto leggendo. Tanto da ritrovarmi nei panni della protagonista femminile. E chiaramente ho il giusto distacco emotivo per poter dire che spesso avrei reagito in maniera differente, ma allo stesso tempo sono abbastanza coinvolta per capire che effetto ha Damon su di lei. Perché è l'uomo più prepotente e arrogante del mondo, ma anche il più dolce e romantico. Chissà cosa nasconde, cose che, a suo dire, farebbero scappare Eden, ma è chiaro che qualcosa lo ha portato a diventare così. In lui c'è tanta, troppa rabbia, ma c'è anche dolore... e c'è amore. "Ti amo" sono parole che non riesce a pronunciare, l'amore è un sentimento che è sicuro di non poter provare. La vita lo ha rovinato, l'Inferno è il suo habitat naturale, ma Eden gli ha mostrato il Paradiso, la famosa luce in fondo al tunnel. E lui ha disperatamente bisogno di questa speranza, così come ne ha bisogno lei. Ha bisogno di sentirsi amato, rassicurato, perché ora in gioco c'è molto di più delle liste, del futuro delle 703 persone su di esse. Il gioco è quasi una scusa per andare avanti, per restare ancorati al terreno e non lasciarsi completamente andare.
"Non c'è mai stato nulla di semplice nella mia vita. L'uomo sicuro, arrogante, presuntuoso, ricco e potente che vedi ora è il frutto delle mie lacrime e del dolore della mia anima". 
Non so se è abbastanza chiaro, ma io sono affascinata dal personaggio di Damon. Capirai che novità, penserete voi. Ma più che dal personaggio in sé, che in realtà difficilmente mi conquista, sono affascinata da come Koraline sia riuscita a svilupparlo, a mostrare ogni aspetto di lui, ogni sfumatura (altro che le 50 di Mr Grey!). In questo secondo volume in particolare, l'ho amato e poi odiato, mi ha fatto tenerezza e poi arrabbiare, ho pensato di non potergli perdonare più nulla, ma poi comunque tifavo per lui. Questa è sicuramente una storia come tante altre, non servo io per sottolineare i cliché presenti, ma credetemi quando dico che c'è anche molto di più. E decisamente è una serie che crea dipendenza, perché il fatto che nulla sia veramente scontato, che tutto può essere stravolto da un momento all'altro, non fa altro che incollarci ancora di più alle pagine. Vogliamo e dobbiamo sapere, non possiamo farci nulla.

Parte importante della serie è sicuramente quella erotica, sempre molto presente e intensa. Io non amo particolarmente tutto ciò che ruota intorno al BDSM e alle storie tra padrone-sottomessa. In Suite 703 c'è tutto questo, in quantità decisamente maggiore rispetto al primo e con scene più forti. Ammetto che, proprio per una questione di gusti, alcuni momenti mi hanno fatto un po' storcere il naso, ma non hanno mai rovinato la mia lettura. Sia perché, comunque, riconosco la bravura dell'autrice anche nella descrizione di queste scene, sia perché, appunto, sarebbe un errore ridurre la serie solo a questo. Per il finale che dire... se il primo lasciava appesi, questo ci lascia appesi a testa in giù!

Al prossimo libro!
Veronica

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