lunedì 24 luglio 2017

RECENSIONE: Phoneplay di Morgane Bicail


Buonasera! 
Iniziamo la settimana recuperando una recensione. Phoneplay è uscito a fine Marzo per Newton Compton ed ha segnato l'esordio italiano di Morgane Bicail che, con questa storia, ha avuto un grande successo in Francia. Messaggi inviati da uno sconosciuto, una relazione fondata su un enorme punto di domanda, la grande rivelazione finale, ecco gli ingredienti di questo young adult.

Trama
«Chi sei?»
«Indovina chi sono e sarò tuo.»
Alyssa ha sedici anni, studia al liceo e pensa che la sua vita sia una noia mortale. Ogni giorno le stesse cose: famiglia, scuola, compiti e tutto il resto, mai una avventura che le possa cambiare la giornata. Una sera, però, riceve un SMS da un numero che non conosce e che dice solamente “Buonasera Alyssa”. La ragazza, incosciente, risponde allo sconosciuto che le propone di partecipare al seguente gioco: se Alyssa indovinerà la sua identità, lui diventerà suo per sempre. Per Alyssa è l’occasione che aspettava per uscire dalla routine. Anche se questo significa fare un salto nel vuoto e assumersi un grosso rischio. E se questo fantomatico Sconosciuto fosse uno spostato o peggio ancora un malintenzionato? Fino a dove Alyssa è disposta ad arrivare per un ragazzo di cui non sa nulla?

Vorrei iniziare subito sfatando il mito secondo cui Phoneplay e Destiny siano due romanzi uguali, o comunque molto simili. Entrambi arrivano da Wattpad, entrambi hanno avuto molto successo, entrambi sono stati scritti da autrici emergenti, entrambi hanno a che fare con gli SMS, fine delle somiglianze. In Destiny, infatti, nessuno dei protagonisti conosce l'altra, si scrivono dopo essersi scambiati per sbaglio il cellulare e ben presto si conoscono di persona (qui trovate la recensione completa), mentre, come vedremo, la storia di questo libro è completamente diversa.
Alyssa è un'adolescente con tutti i problemi tipici degli adolescenti. La scuola è una noia, i genitori sono una rottura, la sua vita è monotona. Tutti i giorni si ripetono uguali, mai una novità, e la ragazza è già un po' troppo stanca della vita per avere solo 16 anni. Quindi, appena le arriva un SMS da un numero sconosciuto, non ci pensa molto a rispondere e a portare avanti lo scambio di messaggi. Ora, sarà capitato a tutti di ricevere un messaggio da una persona non conosciuta che ci ha contattati, per sbaglio o meno, e quasi chiunque si ritrova a rispondere facendo finta di nulla o chiedendo l'identità del mittente. Io in primis risponderei al messaggio di uno sconosciuto, soprattutto se dimostra chiaramente di conoscermi, ma sarei anche convinta che possa trattarsi solo di uno scherzo e che quindi la persona in questione sveli presto il suo nome. Ma per Alyssa tutto questo diventa molto più di uno scherzo. Lo Sconosciuto le propone di giocare, di continuare questa "conoscenza". Se la ragazza riuscirà a scoprire la sua identità, lo Sconosciuto sarà suo. Ecco, qui i campanelli d'allarme dovrebbero cominciare a suonare all'impazzata e chiunque metterebbe fine alla questione, non dovrebbe esserci curiosità o competizione che tenga. Ma Alyssa no, lei decide di continuare perché questo mistero dà uno scossone troppo grande alla sua noiosa quotidianità. Al diavolo il buonsenso, le raccomandazioni di mamma e papà, al diavolo il fatto che lui sia un giocatore "seriale" e che lei sia solo una ragazzina.
Chi tra noi due è la persona meno pura di spirito? Tu o io? La persona che propone il gioco o quella che accetta di giocare?
Il "gioco", quindi, inizia e lo Sconosciuto diventa una presenza fissa nelle giornate della ragazza, anche se solo virtualmente. Il suo scopo dovrebbe essere quello di indovinare chi si cela dietro uno schermo, ma la paura di veder finire questa relazione, per quanto strana e poco convenzionale sia, se la contende con la curiosità di scoprire la verità e il desiderio di conoscerlo finalmente anche di persona. Nel dubbio, quindi, Alyssa non si impegna mai veramente nella ricerca... e questo mi ha fatta arrabbiare tantissimo perché, dai, ormai hai deciso di giocare, quindi gioca! E se non sei curiosa tu, noi lo siamo! Ma, ovviamente, ad un certo punto, il mistero viene svelato e lo Sconosciuto viene smascherato. Sul finale non voglio dirvi troppo e non voglio sbilanciarmi per non rovinarvi in alcun modo l'effetto sorpresa, anche perché gira tutto intorno a questo. Mi permetto solo di dire che, secondo me, il colpo di scena non è né troppo scontato né del tutto imprevedibile. Qualcosa sì può facilmente immaginare, qualcos'altro risulta una bella sorpresa.
Sono sempre stato uno spettatore nelle storie d'amore, mai l'attore principale. Ma c'è sempre una prima volta per tutto, giusto?
Come quindi è facilmente immaginabile, gran parte del libro è composto dai messaggi che i due protagonisti si scambiano. Il lettore, nonostante tutto, si immedesima facilmente in Alyssa e cerca come lei (o più di lei, in realtà) di interpretare gli indizi e di capire l'identità del ragazzo facendo supposizioni di qua e di là. Nel corso della lettura arriviamo a scoprire sempre qualcosa di più, iniziamo ad avere un quadro della situazione e a comprendere un po' di più la persona dietro lo Sconosciuto. Ma una cosa, per me, non è mai cambiata dall'inizio alla fine: la voce dello Sconosciuto nella mia testa. Chi l'ha letto (o chi lo leggerà) mi dica per favore che non sono l'unica che in automatico immaginava la voce da serial killer leggendo i suoi messaggi. Io, in pratica, mi mettevo ansia da sola e mi sono fatta tutto un film che, alla fine, non aveva praticamente nulla a che fare con il romanzo. Film come Scream e serie tv come Pretty Little Liars mi hanno resa un po' guardinga verso gli sconosciuti che scrivono SMS e fanno telefonate. 
"Chi se ne frega del gioco, Alyssa. Se non lo scopri, te lo dirò io stesso. Perché non posso più vivere senza di te. Non posso vivere senza noi, Aly... Abbiamo perso troppo tempo".
In generale, purtroppo, devo dire che Phoneplay mi ha un po' delusa. Non so se è per via della protagonista, che ho mal tollerato fin dalla prima pagina, o perché ero molto curiosa e avevo aspettative troppo alte. Fatto sta che è un libro carino e abbastanza coinvolgente, ma non mi ha convinta totalmente. Ho avuto l'impressione che la storia volesse essere qualcosa che non è, che provasse a mostrarsi come qualcosa in più, peggiorando così il risultato finale perché si pone obiettivi troppo alti che non riesce poi a raggiungere. E non ho neanche apprezzato alcune scelte lessicali della traduzione. Se lo avete letto, sapete già a cosa mi riferisco. Quante volte è umanamente possibile usare la parola "cicca" in un libro? Non le ho contate, perché voglio ignorare questa informazione, ma vi assicuro che sono troppe. Ogni volta era un colpo al cuore e una smorfia involontaria. A parte il fatto che per me la cicca è la gomma da masticare, e quindi la prima volta ci ho messo davvero un po' a capire, qui è utilizzata come sinonimo di "sigaretta" e non come semplice mozzicone. Sono d'accordo che queste siano piccole cose, ma credo anche che la cura con cui viene tradotto ed editato un libro debba essere massima. Spesso sono proprio i piccoli dettagli a fare la differenza.

Al prossimo libro!
Veronica

2 commenti:

  1. Non è la prima recensione poco entusiasta che ho letto su questo libro. << immaginava la voce da serial killer leggendo i suoi messaggi. >> qui mi sono piegata in due dal ridere, in effetti tutto ciò è un po inquietante, al suo posto avrei bloccato il numero o denunciato AHAHAHAHA

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahah non puoi capire che ansia! Già al suo primo messaggio mi è partita in automatico la voce da serial killer dei film horror!
      Secondo me non è affatto brutto come libro, ma comunque non mi ha lasciato niente. Carino, ma niente di che.

      Elimina