giovedì 20 luglio 2017

RECENSIONE: Un imprevisto chiamato amore di Anna Premoli


Buonasera! Oggi sono felicissima di parlarvi di un'autrice che mi piace tantissimo, la nostra Anna Premoli. Qualche mese fa, ormai, è uscito il suo nuovo libro, Un imprevisto chiamato amore, che io non vedevo l'ora di leggere. Non che avessi dubbi, ma anche questa volta ha fatto centro e la Newton Compton ha portato in libreria un altro suo bellissimo romanzo. Di suo ho letto quasi tutto (ma sto lavorando per togliere quel "quasi") e ho già recensito l'ultimo pubblicato, È solo una storia d'amore, ma non c'è proprio nulla da fare, riesce sempre a coinvolgermi, divertirmi, emozionarmi e farmi riflettere. La Premoli mi ha letteralmente conquistata con Ti prego lasciati odiare, poi mi ha sempre convinta, anche quando ci ha raccontato storie con personaggi più giovani, ma in questa occasione è riuscita a sorprendermi di nuovo con una protagonista femminile molto diversa dalle precedenti.

Trama
Jordan ha collezionato una serie di esperienze disastrose con gli uomini. Consapevole di avere una sola caratteristica positiva dalla sua parte, ovvero una bellezza appariscente e indiscutibile, è arrivata a New York intenzionata a darsi da fare per realizzare il suo geniale piano. Il primo vero progetto della sua vita, finora disorganizzata: sposare un medico di successo. Jordan ha studiato la questione in tutte le sue possibili sfaccettature e, preoccupata per le spese da sostenere per la madre malata, si è convinta di poter essere la perfetta terza moglie di un primario benestante piuttosto avanti con gli anni. Ma nel suo piano perfetto non era previsto di svenire, il primo giorno di lavoro nella caffetteria di fronte all’ospedale, ai piedi del dottor Rory Pittman. Ancora specializzando, per niente ricco, molto esigente e tutt’altro che adatto per raggiungere il suo obiettivo...
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Se siete fan di Anna Premoli, e so che siamo in tante, sicuramente sarete abituate a protagoniste femminili forti, realizzate nel lavoro, o negli studi, ambiziose. Magari un po' sfortunate in amore, ma pur sempre donne che non hanno bisogno di un uomo per sentirsi soddisfatte della propria vita. Beh, dimenticatevi tutto perché Jordan è decisamente l'opposto... ed è la vera forza di questo romanzo! La sua unica ambizione, se così la si può definire, è trovare un uomo ricco da sposare; un medico affermato sarebbe perfetto. Sa di avere dalla sua solo la bellezza e che è necessario sfruttarla, prima che sia troppo tardi, per raggiungere il suo scopo. Nella vita non si è mai posta nessun altro obiettivo. Sa di non essere una ragazza intelligente che può trovare la sua strada studiando. Leggere un libro? Ma non scherziamo, meglio guardare il film, molta meno fatica. Però, a modo suo, dobbiamo ammetterlo, riesce a sfruttare bene quello che conosce. Sa come, dove e chi colpire. Peccato che sbagli mira e finisca tra le braccia dell'uomo sbagliato. Rory non è poi così lontano da quello che cerca, ma gli mancano alcune qualità indispensabili... o ne ha fin troppe, dipende dai punti di vista. È ancora uno specializzando, quindi più che soldi ha debiti da pagare, ed è giovane, bello e intelligente, un mix che Jordan non sa gestire e che non può prendere in considerazione.
"Vuole sapere perché non la sposerei nemmeno se fosse nella fase della vita in cui le serve una terza moglie? Dottor Pittman, lei è attraente e intelligente insieme. Combinazione letale, dico davvero".
Presentata così, in effetti, non è che la ragazza faccia proprio una bella figura. È quel personaggio che in un normale romanzo odieremmo subito, figurarsi apprezzarla addirittura come protagonista. E invece la Premoli riesce anche in questo intento! Jordan è sì un'approfittatrice, un'arrampicatrice sociale, tutto ciò che cancella anni e anni di lotte femministe, ma è sincera e trasparente. E soprattutto è mossa da qualcosa di molto più profondo ed importante, qualcosa che le fa credere che questa sia l'unica soluzione, qualcosa che le fa rinunciare all'idea del vero amore e la porta ad accontentarsi in qualsiasi ambito della sua vita. L'autrice la rappresenta come un personaggio sopra le righe e divertente, con i suoi assurdi piani e le sue convinzioni sbagliate, ma allo stesso tempo la usa per trasmettere un messaggio molto più serio. Come sempre nei suoi libri, nasconde delle importanti riflessioni, che sta a noi cogliere, dietro le battute spiritose.

Se Jordan è la materialista e la cinica della coppia, Rory è quello romantico e idealista. Così come lui non è l'uomo che serve a lei, lei non è la donna per lui. Ma, si sa, l'amore non ha nulla a che fare con la razionalità e il ragazzo non potrà fare a meno di aiutarla. Nonostante tutto, lui è l'unico a vedere la ragazza nascosta dietro il bell'aspetto e il bisogno di sistemarsi, tanto da volere per lei qualcosa di più, pur apprezzandola per quello che è. E Jordan dovrà fare i conti con il cuore, parte del corpo che non è abituata a interpellare mai. Vincerà l'amore o il conto in banca?
Il bello è che pur sapendo benissimo che si tratta di un'idiozia della peggior specie, il mezzo passo nella sua direzione lo faccio comunque. Titubante, lento, strisciato. Ma è pur sempre un movimento nella direzione sbagliata.
Come dicevo prima, nella leggerezza dei romanzi di Anna Premoli c'è sempre una certa profondità. Un imprevisto chiamato amore, oltre ad essere una storia d'amore decisamente poco convenzionale, è una denuncia del sistema sanitario americano. Non vi devo certo dire io quanto gli Stati Uniti siano arretrati sotto certo aspetti, tra cui, in particolare, questo, o quanto il nuovo Presidente stia peggiorando una situazione già molto difficile e precaria. L'autrice, scherzandoci sopra (ma mai in modo inopportuno), ci porta a riflettere proprio su questo delicato tema, presentandoci una situazione ovviamente più "romanzata", ma comunque così com'è. Per poi, come è solita fare, fornirci dati e numeri, nei ringraziamenti finali, a supporto della sua tesi. E questa è una delle tante cose che mi invogliano a leggere i suoi libri.
"Propongo, allora, di smettere di parlare". "Ma a te piace parlare...". "Jordan, baciami". "Cosa? Non ti sei appena mostrato d'accordo sulla mia necessità di riflettere maggiormente sulle cose?" "Hai avuto due secondi. Direi che bastano e avanzano. E ora baciami. È inevitabile".
Oltre a questa parte più seria, però, c'è ovviamente spazio per l'aspetto più romantico e passionale. Sempre arricchito dalle risate, perché altrimenti non sarebbe nel suo stile. Ormai siamo sempre più abituati a leggere di storie d'amore che partono in quarta, di coppie che vanno troppi veloci, che non si soffermano per niente, o molto brevemente, sui piccoli traguardi. Nei suoi libri, però, non è mai così. Alla scena del primo bacio, per esempio, viene riservata l'importanza, ma anche l'attesa, che merita. Per concludere, infine, lasciatemi dire che ho adorato anche la scelta un po' bizzarra dei nomi. Ammetto che per me, che associo automaticamente il nome Rory alla giovane Gilmore, è stato parecchio destabilizzante (così come usare Jordan per una femmina), ma Anna Premoli e banale non stanno mai nella stessa frase.

Al prossimo libro!
Veronica

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